Referendum 8-9 giugno: è scontro politico sull'invito all'astensione

Referendum 8-9 giugno: è scontro politico sull'invito all'astensione

Sale la tensione in vista dei referendum dell’8 e 9 giugno, non tanto per i contenuti dei quesiti, quanto per il clima politico che si è creato intorno alla consultazione. L’invito all’astensione da parte di alcuni esponenti della maggioranza ha scatenato feroci polemiche da parte delle opposizioni, che parlano di un tentativo deliberato di boicottare la democrazia.

Il rischio principale è il mancato raggiungimento del quorum, condizione necessaria per rendere validi i referendum. In un momento in cui l’astensionismo cresce, come dimostrato dalle recenti amministrative in Trentino-Alto Adige, il dibattito si sposta dal merito dei quesiti alla partecipazione popolare.

Elly Schlein, leader del Partito Democratico, ha ribadito l'importanza del voto: «I cittadini hanno un’occasione per far valere la dignità e la sicurezza del lavoro». Anche Giuseppe Conte ha condannato l’invito a disertare le urne: «Chi governa e invita a non votare, mina la democrazia».

Durissimo Riccardo Magi di +Europa: «È un insulto alla Repubblica. Tajani si comporta come Orban». Anche Maurizio Landini ha rilanciato l’appello alla partecipazione, ricordando le parole di Mattarella sul valore della democrazia partecipata.

Sullo sfondo si riaccende anche il tema della legge elettorale, ma i principali leader di opposizione, tra cui Schlein e Conte, smentiscono contatti con la maggioranza. Il timore è che il rilancio del dibattito serva solo a distrarre l’opinione pubblica dai veri problemi del Paese.

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